Il più grande rito del fuoco del Mondo è nel Molise: l’antichissima e spettacolare ‘Ndocciata di Agnone, Patrimonio d’Italia per la tradizione.

Un gigantesco “fiume di fuoco” carico di simbologie, valori e significati scorre per le vie di Agnone nel Molise. Tradizione e risorsa preziose per i molisani e per il mondo.

La grande ‘Ndocciata di Agnone “Patrimonio d’Italia per la Tradizione” 

L’8 e il 24 dicembre 2016 ad Agnone IS si svolge La ‘Ndocciata, il più grande rito del fuoco del Mondo

Veduta panoramica notturna di Agnone IS Molise ITALY – Ph Web

La ‘Ndocciata è la tradizione natalizia molisana legata al fuoco più imponente che si conosca al mondo. Una tradizione antichissima e suggestiva che si svolge ad Agnone, un centro montano dell’Alto Molise in provincia di Isernia noto in tutto il mondo anche per la sua millenaria produzione di campane.

Le ‘Ndocce sono grosse torce realizzate con legno d’abete bianco e fasci di ginestre tenute insieme. Chi ha avuto la fortuna di assistere a questa spettacolare e suggestiva processione di fiamme e scintille, racconta di una lunga, interminabile emozione poco descrivibile se non vissuta, per l’appunto, dal vivo.  Una emozione che anche Giovanni Paolo II volle far vivere ai romani ed ai turisti pellegrini di tutto il mondo accogliendola a Roma in Piazza San Pietro nel 1996.

L’origine di questa tradizione del fuoco che “infiamma” la Vigilia di Natale ad Agnone si perde nella notte dei tempi. Da principio la Ndoccia (fonema dialettale che sta per ”grande torcia”) faceva parte certamente della ritualità pagana legata al solstizio d’inverno. Anche gli antenati degli attuali abitanti di Agnone (gli Osci e i temibili Sanniti che per secoli contesero a Roma il dominio dell’Italia centro meridionale) erano legati al fuoco, ai suoi significati e alle sue suggestioni. E’ da questo legame che deriva la tradizione ultra millenaria del fuoco solstiziale che in Agnone, nel cuore dell’Appennino abruzzese-molisano, si è evoluta nella ‘Ndocciata. Rito dedicato al sole  e divenuto per questo fuoco in onore al Dio che nasce.

A proposito del simbolismo legato alla tradizione del fuoco, i più anziani del paese molisano ricordano quando con la ‘Ndoccia coglievano l’occasione “pe fa la cumbarsa”, fare la comparsa, cioè fare bella figura agli occhi delle ragazze. Il giovane innamorato soleva portare la ‘Ndoccia sotto la finestra della ragazza che aveva scelto come sposa  e se quest’ ultima si affacciava il matrimonio era possibile, altrimenti un secchio d’acqua spegneva la torcia e  l’ardore dell’innamorato.

Anticamente, come oggi, la ‘Ndocciata di Agnone si svolgeva nella tarda serata del 24 dicembre. Le maestose fiaccole infatti servivano con molta probabilità anche ad illuminare il cammino dei contadini che dalle zone rurali si portavano sino al paese per assistere alla messa natalizia di mezzanotte. La tradizione col passare del tempo fu felicemente  ripristinata dalla Pro Loco e organizzata in una bellissima gara – sfilata danzante con ambiti premi per incentivare la partecipazione all’iniziativa. Da allora si può dire che  la ‘Ndocciata abbia continuato a crescere in imponenza del rito e attaccamento degli agnonesi alla tradizione.

A proposito di tradizione molisana, attualmente il 24 dicembre, sacra Vigilia del Santo Natale, rappresenta un giorno simbolo per Agnone ed i suoi abitanti oltre ad essere un appuntamento irrinunciabile  per migliaia di turisti che provengono da ogni parte del mondo per ammirarla in tutta la sua spettacolarità nel bellissimo borgo antico del Molise

COME SI SVOLGE

La sera del 24 dicembre all’imbrunire centinaia di “portatori” di tutti i gruppi si riuniscono all’ingresso settentrionale di Agone. Un gigantesco “fiume di fuoco” si accende al rintocco della campana più grande di Agnone, posta sul campanile più alto della città, il campanile di  Sant’Antonio. Uno, due rintocchi scandiscono l’inizio del rito poi nelle strade si fa silenzio e il corteo si avvia mentre scene di vita contadina animano le vie. 

Anche i bambini sfilano con ‘Ndocce singole e più piccole. Per  ‘Ndocciata infatti non c’è limite d’età: il più piccolo “portatore” che si ricordi aveva due anni, mentre il più anziano sfiorava gli ottant’anni. Avvolti nei loro grandi mantelli scuri i “portatori” procedono in un ordine prestabilito, ma il cuore forte della ‘Ndocciata entra in scena quando un vero e proprio esercito di uomini con in spalla quattro grosse torce si esibisce orgoglioso sotto gli occhi degli spettatori incantati che affollano il corso principale di Agnone. Il fiume di fuoco si fa maestoso, la città si incendia e le emozioni crescono senza a volte riuscire a trattenere le lacrime.  Nella mente si affollano i ricordi dell’infanzia, i pensieri vanno a chi non può assistere anche quest’anno all’immenso fuoco di Natale, perché è lontano, perché non c’è più.

Arrivano i “portatori” con otto torcioni, poi i “ventagli” infuocati con 10, 12 persino 20 enormi fiaccole: giovani dal fisico robusto, quelli che vogliono dimostrare alle donne ed ai propri “rivali” di essere i migliori, camminano sicuri  danzando al centro della piazza e roteando su se stessi come pavoni dalla gigantesca coda di fuoco. Mostrano a tutti la loro forza, il coraggio e la maestosità delle fiamme che li circondano.

Patrimonio Immateriale tra i più antichi del Molise la ‘Ndocciata si presenta al mondo come un fiume in piena intriso di significati e simboli per l’Umanità. 

È il rito antico che si ripete. L’immagine ancestrale che richiama significati che sembrano persi ma che in realtà sono sempre vivi e presenti nello spirito dei molisani agnonesi: fertilità, forza creatrice e purificatrice del fuoco, preghiera dell’uomo verso le forze dell’ignoto raggiunte attraverso le grandi fiamme delle ‘Ndocce. I giovani molisani forse non lo sanno, ma sono i continuatori di liturgie vecchie e preziose quanto il rapporto fra l’uomo e la natura.  Giovani eredi di un patrimonio culturale e inestimabile da custodire gelosamente per poterlo trasmettere alle future generazioni. Valori e ricchezze che il Molise annovera con orgoglio tra i suoi beni immateriali più antichi.

Anche se la ‘Ndocciata si è svolta l’8 dicembre in edizioni straordinarie legate a particolari ricorrenze (come è avvenuto nel 2000 in occasione dell’Anno Giubilare o nel 2004 per la celebrazione del seicentesimo anniversario della proclamazione di Agnone a Città Regia), l’appuntamento della tradizione resta e resterà per sempre quello della Vigilia di Natale. Quel 24 dicembre all’imbrunire, quando ogni agnonese – che si trovi in patria o negli angoli più sperduti del mondo – udendo i rintocchi del campanone di Sant’Antonio accende la propria anima, ‘Ndoccia interna che è fuoco di fede e di attaccamento alle proprie antichissime radici.

RICONOSCIMENTI

La ‘Ndocciata è stata riconosciuta quale ” PATRIMONIO D’ITALIA PER LA TRADIZIONE” (Ministro del Turismo On. Brambilla – Roma 28 luglio 2011). Il giorno 7 dicembre 2012 è stato  emesso un francobollo ordinario  dallo stato italiano e dal Ministero dello Sviluppo Economico  appartenente alla serie tematica “ Il Folklore Italiano” dedicato alla ‘Ndocciata in tre milioni di pezzi.

Quest’anno la Proloco di Agnone, d’intesa con  il Comune,  la Regione Molise e Provincia di Isernia, ha deciso di dedicare la ‘Ndocciata  del prossimo 8 dicembre a San Giovanni Paolo II, alla presenza di eminenze ed altri prelati della Città del Vaticano, per  rievocare lo straordinario, irripetibile e storico  evento del 1996 allorquando la manifestazione  venne benedetta dall’allora Pontefice di venerata memoria.

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La ‘Ndocciata, festa unica al mondo per spettacolarità e simbologia. Un rituale nel Molise collegato alla notte del solstizio d’inverno che allontana le giornate dall’oscurità per orientarle verso la luce.

La manifestazione, come da tradizione, verrà riproposta il 24 Dicembre 2016 alle ore 18.00


A cura di Maria Vasco by Moliseinvita | Fonte: Pro Loco Agnone  | Fonte immagini: Ph Pro Loco Agnone  –  Ph Guglielmo Messere © – Ph Web

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