San Giuseppe nel Molise. Fede, tradizione e benedizione per le famiglie.

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 “I Vetàre de San Jesèppe”, così si chiamano in dialetto gli altari di San Giuseppe.

Dove? In Molise naturalmente!

Tradizione è patrimonio immateriale che riscalda i cuori di tutti gli uomini e che alimenta gli animi delle generazioni future.

Il 19 Marzo di ogni anno, lo sappiamo, si festeggia in tutta Italia San Giuseppe, il santo “simbolo” della famiglia, patrono dei falegnami e degli artigiani, oltre che protettore dei poveri. Ma vediamo come si celebra nel Molise. Quali le usanze e le tradizioni? Di certo la dedizione al Santo qui in Molise è davvero sentita. Tutta la famiglia ne sente la partecipazione con un profondo sentimento religioso. Per questo invitiamo a scoprirla nei suoi aspetti di rito sin dai preparativi iniziali.

Durante la festa di San Giuseppe basta recarsi negli antichi borghi del Molise e all’interno delle abitazioni delle famiglie molisane per ammirare piccole sale allestite in onore del Santo. Semplici stanze puntualmente decorate con tenere scenografie fatte di altarini, drappi di raso, fiori e tavole imbandite con pietanze tipiche, simbolo del Molise (le famose e tradizionali tredici “minestre” di San Giuseppe). Protagonista immancabile, al centro di tutto, la statua oppure il quadro dell’uomo semplice per eccellenza: San Giuseppe.

Un’occasione che i molisani, giovani e meno giovani, sentono in modo profondo e che tramandano negli anni dando significato alla propria territorialità così come alle proprie tradizioni.

Due giorni prima del 19 marzo (il 17 ed il 18 marzo) ci si accinge a preparare con dedizione tutte le pietanze che, cucinate sul caminetto come da tradizione, arricchiranno le tavolate di San Giuseppe per essere gustate a pranzo il 19 marzo.

Ecco le tredici simboliche pietanze che imbandiscono le tavole di San Giuseppe: arance affettate e condite con zucchero e olio di oliva, antipasto di alici e sottaceti, spaghetti con la mollica o con il tonno, riso bollito nel latte, baccalà arracanato e insalata, polpette di magro, lenticchie, piselli, a chembòste – peperoni ripieni, funghi, lumache, cavolfiori o broccoli lessi, i deliziosi “cauciun” i calzoni di San Giuseppe e frutta di stagione mentre si prepara, si prega e si distribuiscono “screppelle” agli ospiti e ai fedeli.

Ad organizzare l’altare di San Giuseppe, associazioni, azioni cattoliche, pro loco e semplici famiglie molisane unite in uno spirito di solidarietà e aggregazione.

San Giuseppe e il bambino Gesù in un dipinto di Guido Reni

Un appuntamento colmo di preghiera, tradizione e voglia di primavera capace di richiamare l’attenzione non solo dei residenti, ma anche di turisti e visitatori attratti dal clima spirituale e sociale che si crea intorno all’immagine sacra.

Falò di San Giuseppe

E non finisce qui! In alcuni paesi del Molise la tradizione si arricchisce degli emozionanti “Fuochi di San Giuseppe”, suggestivi falò alimentati da fascine di ulivo, accesi di notte nelle piazze e che vedono riunirsi gli abitanti del paese in segno di benedizione. Un benvenuto all’equinozio di primavera, propiziatrice di luce e fertilità ed un

saluto all’inverno che se ne va.

Mollica di San Giuseppe

Ma a farla da padrone, per tradizione, è la preparazione del pane, sempre presente nelle tavole e sugli  altari della festa, celebrata all’insegna dei valori del pellegrinaggio e dell’ospitalità e che per questo viene distribuito ad amici, poveri, bisognosi e a tutte le persone del paese.

Non a caso, secondo la tradizione, San Giuseppe, oltre ad essere il patrono dei falegnami e degli artigiani, è anche il protettore dei poveri. Da ciò l’usanza nel Molise, così come in molti altri paesi del Sud Italia, di invitare i poveri il 19 marzo al banchetto di San Giuseppe (il padrone di casa invitava i poveri a sedersi con lui alla tavola benedetta da un sacerdote e li serviva!).

Dunque la festa di San Giuseppe non è solo la festa del pane, del buon raccolto e della bella stagione in arrivo, ma soprattutto festa della famiglia dove, grazie al pranzo preparato insieme e dedicato a tutti, si rinnovano i valori autentici della vita contadina.

La festa di San Giuseppe è una tradizione, semplice e molto sentita in tanti comuni del Molise. Unisce storia, cultura, spiritualità e solidarietà. Un patrimonio spirituale, appartenente ai Beni immateriali del Territorio e che rappresenta la genuinità e la semplicità di un popolo che sa coniugare Amore, Cultura e Tradizione.

Il nostro cuore sappia riconoscere ciò che ci unisce in onore di San Giuseppe, simbolo di povertà, semplicità e amore.

Altare di San Giuseppe (Carro dei Giovanotti ) 2019 – San Martino in Pensilis CB

La cultura popolare del Basso Molise rievoca, nell’organizzazione e nella simbologia di  questa che è una delle devozioni più sentite nel Molise – la ricorrenza di San Giuseppe e le sue Tavole – la memoria di Beni immateriali del Molise e l’identità culturale viste anche attraverso gli antichi canti rituali. L’usanza popolare intrisa di spiritualità, folclore, tradizione, storia, arte sacra e gastronomia con cibi semplici e genuini, coinvolge il piccolo comune di San Martino in Pensilis ed anche altri comuni del Basso Molise come Casacalenda, Larino, Montecilfone, Montorio nei Frentani, Termoli, Portocannone e San Giuliano di Puglia…

Altare di San Giuseppe allestito a Termoli CB MOLISE – Ph Lea Smargiassi ©

Tradizioni ancestrali unite ad usanze enogastronomiche che si  rinnovano ogni anno nel Molise proprio in occasione del 19 marzo e con un pellegrinaggio sentito tra gli altari che ricevono la benedizione del parroco della parrocchia del paese: altari dislocati qua e là lungo le stradine di borghi antichi e nelle campagne delle contrade in periferia.

Questo è il Molise da vivere, da scoprire e riscoprire con la consapevolezza che conoscere un territorio autentico e genuino nella sua ospitalità come il Molise genera una ricchezza interiore! 

Valori antichi che rappresentano l’identità spirituale e territoriale di un popolo in cui le persone riescono a rappresentare il sublime sentimento della religiosità, il suo alto sentimento di solidarietà e amore per il Santo.

Una lode ai molisani che continuano a preservare questa tradizione nei secoli e a conservarla intatta tra valori folcloristici e spirituali proprio come si faceva un tempo. Un patrimonio prezioso, come un gioiello di famiglia, ereditato e custodito gelosamente dalle vecchie alle nuove generazioni per promuovere e mantenere viva la cultura sacra nel Molise!

 Alcuni degli altari di San Giuseppe allestiti e presentati a San Martino in Pensilis CB

 Ecco alcuni particolari di altari di San Giuseppe allestiti tra i vicoli del borgo antico di San Martino in Pensilis, grazioso paese in provincia di Campobasso.

Qui una citazione di Paolo Brosio, giornalista e conduttore Tv, in merito al Santo Giuseppe.

“… nel mese di marzo il mio desiderio più grande è quello di pregare per San Giuseppe (…), ricordo a tutti che la sua preghiera è potente per l’intercessione a Gesù quando si tratta di chiedere la Divina provvidenza per il nostro lavoro, per la nostra famiglia, per superare le difficoltà della vita e per assicurare ai nostri cari un’esistenza dignitosa. Pregatelo. (…) Fatelo con fede e con amore. Un caro saluto a tutti voi. ”  Paolo Brosio –  fonte www.paolobrosio.it

A cura di Maria Vasco fondatrice Moliseinvita – Fonte immagini: Maria Vasco © e internet 


Lo sapevate che le zeppole di San Giuseppe, dolce per eccellenza abbinato alla festività del santo, nascono come frittelle per festeggiare la fine dell’inverno? In molti paesi del Sud Italia, incluso il nostro Molise, per l’occasione, si accendevano grandi falò in segno propiziatorio di buon raccolto e imminente primavera! Ecco la ricetta…

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