C’è una stella…segui la scia del Natale e scopri la poesia ‘Made in Molise’

Una cometa e la luna insieme: quest’anno la notte di Natale evoca l’immagine del classico presepe, proprio come più di duemila anni fa. Un Natale suggestivo con il cielo illuminato dalla presenza di una strepitosa luna piena e dal passaggio straordinario di una stella cometa che continuerà il suo affascinante viaggio sul pianeta per rendere ancora più magico il periodo natalizio 2015 fino a gennaio 2016.

Si chiama Catalina e proprio come la cometa dei Re Magi che seguirono la “Stella di Betlemme” sarà presente e si vedrà ancora meglio il 1° gennaio 2016, poi il 3 e il 4…uno spettacolo unico nel cielo: una pioggia di meteore!

Il Natale è un’occasione speciale per essere vicino a chi più ti sta a cuore, compreso te stesso… e noi vogliamo seguire questa scia osservando le stelle di queste magiche notti natalizie e condividendo con i nostri lettori un biglietto d’augurio davvero speciale e del tutto ‘Made in Molise’: la poesia di Emilio Spensieri, poeta e scrittore molisano, nato nel delizioso paese di Vinchiaturo in provincia di Campobasso, situato alle pendici dei Monti del Matese, a 620 m.l.m. nel Molise centrale (1911- 1993).  Una melodia di versi che si rivelano in tutto il loro splendore di vita e di ri-nascita, poichè il divino è sempre stato lì: valori etici ed esistenziali che rappresentano il Natale come amore per la Vita, per le cose semplici e l’istante prezioso.

Noi crediamo che il meraviglioso dono del Natale non sia l’esperienza di un giorno o di un momento, ma che duri tutto l’anno — grazie a ognuno di noi. Tu sei il dono così come lo siamo noi, e così come diamo riceveremo.

 C’è una stella in Molise, segui la scia e portala nel cuore come un dono per te e per chi ami!

Un Natale di luce, armonia e rinascita quotidiana a voi tutti da noi tutti.

 

C’E’ UNA STELLA

di Emilio Spensieri

Torna: torna per coloro che l’aspettano
ed anche per quelli che non l’attendono.
Sull’orizzonte del mucchio dei secoli
nel buio la stella indica il cammino giusto;
e i pastori inconsapevolmente vanno,
allontanandosi dal respiro del gregge assopito;
anche i cani, senza mugolare, restano fermi e attoniti.

Nel profondo silenzio della notte,
defluite dal pentagramma delle armonie
ondeggiano le note delle zampogne
e l’erba, imperlata di rugiada,
soggiace alla carezza dell’onda di suono.
Dalla grotta un respiro nuovo àlita verso il mondo
e preme nei cuori; gli occhi di Maria
riflettono amorosamente sul figlio
la trèmula fiammella dei pochi sterpi;
Giuseppe ferma i pensieri sul volto del Bambino;
il bue e l’asinello, protagonisti anche loro, irrorano respiri di calore.

Allora e oggi: duemila anni.
L’arco del tempo sembra infinito
e, tuttavia, è breve ed attuale, senza scadenze.
Tutte le nascite hanno un principio ed una fine:
c’è un giorno o una notte, ma una soltanto è la Notte Santa.
Natale: si può nascere dovunque,
nel solco o sotto l’albero,
in una stalla o nel palazzo del Re,
ma quella grotta fredda e spoglia
resta per sempre la Reggia dell’umanità.
Duemila anni ed ore infinite
si aggrumano in una giumella di tempo
e c’è una stella che racconta e narrerà in eterno.

(Sottovoce, 1988)

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fonte immagini: internet

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